martedì 1 marzo 2011

L'intervento del presidente di Libere Idee sulle strisce blu a Latina

Sullo scandalo dei parcheggi a pagamento a Latina, che ha suscitato l’attenzione dei media nazionali, interviene il presidente dell’Associazione Libere Idee, Andrea Giansanti.
«Si tratta – ricorda Giansanti – dell’ennesima eredità lasciataci dalla fallimentare giunta Zaccheo, che grava sulle tasche dei cittadini. Quando, il 1° dicembre 2009, le strisce blu invasero tutta l’area entro la circonvallazione di Latina lanciammo la proposta dello Sciopero della sosta, ovvero l’astensione dall’usufruire dei parcheggi a pagamento, affinché nemmeno un euro entrasse nelle casse del Comune, e per costringere la società concessionaria a rescindere il contratto, come già accaduto altrove. Nonostante le affermazioni della Giunta e della maggioranza consiliare, infatti, era lampante il fatto che non si trattava di un’operazione tesa a decongestionare il traffico cittadino, ma solamente di un bieco sistema per tentare di fare cassa, considerate le condizioni asfittiche del bilancio comunale che il commissariamento ha portato finalmente alla luce».
Lo “Sciopero della sosta” riscosse una notevole adesione.
«Tramite internet, i social network ed il passaparola – prosegue il presidente di Libere Idee – ottenemmo oltre duemila adesioni allo Sciopero, ovvero all’impegno di parcheggiare fuori dal centro fin quando il Comune non avesse deciso di fare marcia indietro. Ricordo che il Piano della sosta approvato dalla ormai ex maggioranza comunale prevedeva un aumento di oltre il 15 per cento del costo del ticket, abbonamenti dispendiosissimi per tutti i lavoratori dei negozi all'interno della circonvallazione, e un aggravio di spesa insostenibile per le famiglie in una fase di pesante crisi economica. Il tutto in una città che non aveva e non ha un piano di mobilità pubblica all'altezza, dove si voleva spacciare per metropolitana leggera un costosissimo e lentissimo tram, e dove non vengono pubblicizzate nemmeno le linee esistenti degli autobus».
Oggi si rilevano disagi anche per quanto riguarda il parcheggio della stazione ferroviaria.
«Dopo le strisce blu in centro – aggiunge ancora Giansanti – i cittadini hanno dovuto subire un torto ancor più grave. I tanti pendolari che devono recarsi giornalmente a Roma per studio e per lavoro, oltre a non poter beneficiare di un adeguato trasporto pubblico ed essere costretti a raggiungere lo Scalo in auto, si sono ritrovati da un lato con le tariffe esorbitanti e spropositate del nuovo multipark a pagamento, e dall’altro con l’impossibilità di accedere alle aree di sosta fino a quel momento utilizzate: è stato addirittura dissodato il terreno per impedire l’ingresso in una zona da sempre adattata a parcheggio. L’ennesima inaccettabile vessazione nei confronti dei cittadini, già obbligati ad adeguarsi ad una situazione emergenziale permanente».
Andrea Giansanti approfondisce anche i possibili rimedi.
«Per quanto riguarda lo Scalo – conclude il presidente di Libere Idee - è indispensabile sia garantire un numero adeguato di stalli gratuiti, decisamente superiore a quello attuale, sia progettare un sistema di trasporto pubblico all’altezza, e non il ridicolo tram-lumaca falsamente chiamato metro leggera. Nel centro cittadino bisogna ripristinare l’equilibrio fra parcheggi gratuiti e a pagamento e, se si vuole davvero decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento e restituire il centro ai latinensi, sarebbe opportuno interdire alle auto almeno la zona tra via Eugenio di Savoia e via Oberdan, soluzione di cui beneficerebbero anche i negozi, con un vero e proprio centro commerciale a cielo aperto».