giovedì 3 marzo 2011

Dal federalismo un salasso per i latinensi e una patrimoniale nascosta

L’Associazione Libere Idee interviene sul decreto che introduce il federalismo municipale.
«Se per tutto il centrosud – esordisce il presidente di Libere Idee, Andrea Giansanti – il federalismo sarà penalizzante da subito, per i latinensi si rivelerà un vero salasso. I minori trasferimenti al Comune di Latina ammonteranno ad oltre 5 milioni e mezzo di euro l’anno a partire dal 2011, e già solo questo rappresenterà un macigno per le casse comunali lasciate boccheggianti dall’amministrazione Zaccheo. Inoltre, è stata approvata anche la norma che prevede, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, che con decreto del presidente del Consiglio venga disciplinata la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef anche nei Comuni che già l’hanno istituita. Questo decreto potrebbe riservare sorprese negative pure per i cittadini dei Comuni che, come Latina, hanno già l’addizionale Irpef al massimo attualmente previsto, poiché da qualche parte dovranno essere recuperati i milioni di euro che mancheranno all’appello del bilancio».
Non solo la riduzione dei trasferimenti e l’aumento delle addizionali preoccupano i cittadini di Latina e le imprese del territorio.
«Nel decreto sul federalismo – prosegue Giansanti – è nascosta, e nemmeno tanto bene, una vera e propria patrimoniale su seconde case e immobili commerciali: il Governo di destra applica quella patrimoniale di cui tenta di accusare altri. Una patrimoniale che, in questo caso, colpirà indistintamente nord, centro e sud. Nel 2014, infatti, sarà istituita l’Imu, l’imposta municipale che sostituirà l’Ici sulle seconde case. L’Imu avrà un’aliquota base iniziale del 7,6 per mille, che potrà essere aumentata del 3 per mille. Insomma, gli immobili non prima casa saranno tassati in prospettiva dell’1,06 per cento l’anno: praticamente è come se ogni proprietario nel corso della sua vita dovesse pagare esattamente due volte il prezzo d’acquisto, una al momento della compravendita e l’altra tramite le imposte. Una mazzata specie per chi vive in una città giovane come Latina. Molti latinensi, infatti, hanno ricevuto in eredità la casa di famiglia o l’abitazione dei nonni provenienti da altre località: con una tassazione così gravosa dovranno rinunciare ai propri ricordi e ai legami con i territori di origine, e saranno costretti a vendere l’immobile per non dover pagare imposte esorbitanti. Imposte che potrebbero ampiamente superare i mille euro annui a famiglia, e parliamo di piccole abitazioni non di pregio».
Anche le imprese e le attività commerciali saranno penalizzate.
«Poiché l’Imu si applicherà anche a negozi, uffici, stabilimenti – sottolinea il presidente di Libere Idee – le attività commerciali e industriali, già in forte sofferenza a causa della crisi, rischiano di ricevere il colpo di grazia. Una tassa che graverà per diverse migliaia di euro, e poiché secondo gli studi più recenti nel 2014 l’economia potrebbe non essere ancora ripartita, l’Imu mette a repentaglio la ripresa specie nel nostro territorio, in cui le aziende stanno chiudendo una dopo l’altra: fanno rumore i grandi siti produttivi, ma basta fare un giro a Latina per verificare quanti piccoli esercizi, anche storici, hanno dovuto chiudere i battenti. Anziché introdurre nuove tasse e aumentare quelle esistenti, come ha fatto l’attuale maggioranza di governo, è necessario invece pensare a strumenti che permettano il rilancio dell’economia: un ruolo di cui, a questo punto, dovranno farsi carico, con quel senso di responsabilità mancato al governo nazionale, coloro che amministrano le città. A cominciare – conclude Giansanti - da chi guiderà il Comune di Latina».